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Sono uno stupido

Ma forse c’è un rimedio, uno sbocco positivo …

Chi mi conosce sa che la mia presunzione non è da poco, e che spesso si somma a mille miei altri difetti. Fra i pochi meriti che mi attribuisco c’è invece il sarcasmo (poco amato da molti, specie se ne sono oggetto) e l’autoironia. Poi ho anche una vastissima cultura (ullallà!), che spazia dalla musica alla letteratura e al cinema, dalla fisica quantistica alle 4 o 5 lingue che parlo, e a varie altre branche del sapere umano. Roba da annoverare fra i difetti, mi porta a sputtanare e far fare figure di merda ad ometti o donnette, assessori o politicanti, finti esperti, millantatori ecc. A farmi insomma dei nemici (molto onore …) . Ho anche buona memoria (che però in momenti di sconforto si indebolisce in modo imbarazzante).

kant
Kant e la sua “legge morale” interiore

Sono uno stupido. Non per tutte le cose elencate sopra, o altre simili. Ben altro. Per la ridicola etica kantiana, nel senso di voce interiore (*), che mi ha seguito per decenni.

Tralascio le fin troppe energie dedicate, anzi sprecate, a grandi ideali (finiti male)  o piccole, minuscole cause, finite nel nulla anche quelle. O  ad esperienze nel mondo lavorativo, pieno di gente brutta, ma dove mi è andata meglio: se non altro sono salito nella scala sociale senza bisogno di sgomitare o dar coltellate qua e la, e mi sono procurato una vita agiata, un presente e un futuro per me, per i mie figli e per chi decide di starmi vicino.

No, la mia stupidità sta altrove. Troppe volte ho scelto di non ferire chi amavo, o che avevo amato in passato (parole roboanti che non uso facilmente); o  di correre in aiuto ad amici; o con persone che mi allietavano un breve tratto di strada, dandoci conforto fuggevole  e reciproco, per qualche ora, nelle tempeste della vita, di rinunciare a proseguire storie comode per non creare situazioni che facevano soffrire l’altra parte. O prendendomi addosso, o tenermi dentro, pesi che mi schiacciavano, ritenendo di avere le spalle sufficientemente larghe, e che usarle per parare colpi o proteggere persone più fragili, per me importanti, fosse un buon uso.

In lunghi anni, anche nei momenti di sprofondamento più nero, da quella strada non ho mai deviato. Anche se in varie occasioni i dubbi li ho avuti.

Come ora. Mi dico che è ora di smetterla, che mi serve una massiccia iniezione di cinismo, essere stronzo per non prendere fregature, dedicarmi al mio benessere sbattendomene di tanti altri, che di certo si autoassolvono facilmente o neanche ne hanno bisogno, perchè se la cavano benissimo così. Magari un po’ miserelli, ma tutto sommato a loro vantaggio.

Una cara amica  mi diceva che sì , forse mi farebbe bene una cura di stronzaggine ma  “non creare false speranze, non mostrarti per ciò che non sei, non spezzare cuori, non usare corpi, non farti coinvolgere, non innamorarti “

Mai ingannato con false speranze, mai simulato di essere diverso, mai spezzato cuori per mio esclusivo vantaggio (o a volte ho cercato, rendendomene conto tardi,  di ridurre il danno al minimo) ,  quando ho usato corpi l’ho fatto dando almeno quanto ho ricevuto. I guai invece, da secoli, sono stati di farmi coinvolgere, o peggio. Ritenendo che l’altra persona, in amore, nel sesso, nell’amicizia o altro ancora, seguisse “precetti” simili ai miei. Di non ferire, di condivisione, di tutte quelle cose belle che stanno solo nei sogni, e nella mia stupidità.

Prezzo pagato: troppo alto.

senzanima
non ci casco più

Non riuscirò a diventare stronzo, anche se ho avuto ottimi esempi sotto gli occhi, ma qualcosa posso fare: non farmi abbagliare dal momento, da dichiarazioni, da travolgimenti erotici, da sentimenti “comuni” o pretesi tali. Dovrò essere molto più attento, attingere alla mia acutezza, anche sul piano emozionale, diffidente e attento ad ogni segnale. Amare, ma non farmi fregare. Dare, con gioia, ma non regalare perle ai porci, anche quando si presentano come bellissime tigri, non dare fiducia e credito facile a ometti e donnette. Affilare unghie, occhi, gomiti, ecc e farli assaggiare a chi cerca di ingannarmi o lo ha fatto, autoassolvendosi facilmente con formulette del tipo “non è un mio problema”. Si preparino, ora.


(*) « Der bestirnte Himmel über mir, und das moralische Gesetz in mir. »


Le colonne sonore …