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Non ho più nulla da rivendicare

magricLucio Magri alcuni anni fa si è congedato così dalla vita e dagli amici, quelli che gli sono stati vicini fino all’ultimo.

“Ho deciso, vado in Svizzera, il mio tempo è passato, non ho più nulla da rivendicare. Grazie di tutto.”

Non so se abbia detto qualcosa
ai tanti che amici non erano, o che non lo erano più, o che facevano finta di esserlo. Quelli e quelle che si incontrano per la strada della vita, che restano a volte nella memoria per averti deluso, tradito, abbandonato, meritato vergogna, voltato gabbana, detto o fatto cattiverie, a volte per motivi abbietti, fatto sentire disprezzato, dimostrato piccineria e non so cosa altro.postmagri

Me lo ha fatto tornare in mente un post di un amico virtuale su Facebook. Di una decisione simile avevo già scritto a proposito di Monicelli, tempo fa.

Ne traggo ispirazione per i miei giri di boa in vista.

Il succo è che ho voglia, sempre più, di andarmene da tutto e tutti.  Conclusione a cui ero già arrivato in anni recenti, facilitata dalla sensazione che “non c’è più niente che mi tiene qui”. I miei figli sono grandi, fanno una loro vita solida, serena. Ho fatto la mia parte per loro, a volte con fatica, credo di esserci riuscito abbastanza bene. Non hanno più bisogno di me, almeno per gli aspetti materiali della vita.  E per fortuna, vivono e lavorano in altre parti di mondo, fuori dalla miserabile italietta popolata di cortigiani, servi e creduloni: proprio quegli stupidi, sprovveduti e banditi di cui parla  Carlo M. Cipolla nel suo celebre saggio sulla stupidità umana.

A trattenermi dalle scelte che si stavano prospettando, più o meno radicali e irreversibili, sono intervenuti in anni recenti situazioni e sviluppi belli, come non ne conoscevo da tempo.

Ora la voglia di andarmene risale, per un groviglio di motivi che non sono ben chiari neanche a me. Forse alcuni duri colpi al mio ego, che pare sia esagerato. Un’osservazione che mi è venuta non solo da gente rivelatasi profondamente stronza, ma anche da persone vicine, quindi ho provato a pensarci. Credo abbiano ragione, ma temo che a rendermi vulnerabile non sia il mio eccesso di ego. Quello di tanti banditi della politica o piccoli profittatori della vita quotidiana per es. è enorme (e basato sul nulla o sulla merda), se la cavano benissimo a truffare chi gli sta intorno, abbindolarli, usarli o sfruttarli a proprio vantaggio. ecc. Il mio ego (eccessivo) è vulnerabile per altri motivi. Ne ho già scritto in un pezzo di mesi fa: sono uno stupido. E’ lì la spiegazione, e la possibile cura, potenti iniezioni di cinismo e diventare decisamente stronzo, temo non mi riescano.

Quali scelte mi restano?


Per la colonna sonora non mi viene in mente niente di più calzante che “The End” dei Doors

Il post su Facebook, da cui ho tratto ispirazione